Riportiamo alcuni stralci tratti dalla stampa e da siti internet relativi ai due confratelli recentemente scomparsi.

La morte di padre Alberto Casalboni è giunta inaspettata, destando grande commozione in chi l’ha conosciuto e frequentato. Ravenna deve molto a questo frate umile, ma estremamente colto e di grande spiritualità. Lo sanno bene tutti coloro che hanno seguito per anni il commento alle tre cantiche della Divina Commedia, di cui padre Alberto era profondo conoscitore, tanto da meritare il lauro dantesco ad honorem conferitogli nella Basilica di San Francesco alla pre-senza della cittadinanza. Padroneggiava ottimamente la letteratura e la storia, tant’è che, prima di giungere a Ravenna, aveva insegnato per anni letteratura in un liceo bolognese. La sua peculiarità era quella di saper attualizzare il messaggio di Dante alla luce delle odierne problematiche, perché aggiornato su tutto ciò che la cultura contemporanea letteraria e teologica offriva. Non si è mai sottratto a incontri culturali e spirituali fino alla fine dei suoi giorni; uomo semplice, direi anche sportivo: ogni mattina puntualmente si alzava presto per camminare alcune ore prima di mettersi al lavoro. Vegetariano, rigoroso con sé stesso, ma di grande apertura mentale e comprensione verso tutti. Ha sempre preso le distanze da ogni forma di potere politico e religioso quando non era finalizzato al bene comune.