Uno stage ad Assisi e uno in Vaticano? No, non è così che si diventa frate. E allora come? Vediamo le tappe formative del cammino.

  • Discernimento vocazionale (itinerante)
    Per dare un senso nuovo alla mia vita chiedo aiuto a un frate che, dopo qualche incontro, intravede in me prospettive vocaziona(bi)li e mi propone un percorso di discernimento da condividere con alcuni ragazzi e frati in alcuni fine settimana di ritiro nei diversi conventi cappuccini dell’Emilia-Romagna, ma anche altrove. Preghiera, dialogo e servizio gli ingredienti previsti.
  • Accoglienza (Cesena)
    Più delle parole, è la gioia sul volto dei frati che mi ha convinto: per me che cerco una vita piena con una direzione precisa la vita consacrata, in salsa francescana, è una via da tenere in considerazione. Deciso: mi trasferisco in convento per un periodo di residenza stabile, voglio capire che vita è questa e se io posso starci dentro. La durata è variabile a seconda delle mie esigenze.
  • Postulato (Lendinara, Rovigo)
    Un anno di tempo (almeno) per capire se davvero voglio entrare in noviziato. Intanto nella preghiera e nel lavoro, nel gioco e nella formazione, nelle diverse attività caritative, sperimento la vita fraterna. Formatori e padre spirituale mi aiutano a scoprire se, al di là dell’entusiasmo per una vita che ha caratteristiche affascinanti, sono stato contagiato proprio dal virus della vocazione.
  • Noviziato (Tortona, Alessandria)
    Finalmente vesto il saio cappuccino ed entro più profondamente nella vita di preghiera, come “respirazione d’amore” mossa dallo Spirito Santo che mi guida a pormi in ascolto. Sperimento che “Cristo stesso è la nostra vita, la nostra orazione e la nostra azione” (cf. Costituzioni dei frati minori cappuccini). Al termine dell’anno faccio professione temporanea di vita evangelica con i voti di castità, povertà e obbedienza che rinnoverò annualmente.
  • Postnoviziato (Milano)
    Dedico tre anni all’interiorizzazione e personalizzazione dei valori di vita che ho scelto con la professione. Inizio anche lo studio delle materie teologiche e filosofiche. Contemporaneamente faccio le prime esperienze di servizio ecclesiale. L’ultimo anno, definito esperienziale, è tutto in preparazione alla professione perpetua, perciò sospendo lo studio e, per diversi mesi, vengo inserito in una fraternità della mia provincia religiosa di provenienza.
  •  Studentato (Scandiano, Reggio Emilia)
    Studio teologia per quattro anni per annunciare con competenza il Vangelo di Gesù e, se mi sentirò chiamato al ministero ordinato (sacerdozio) e sarò ritenuto idoneo da formatori e provinciale, per amministrare i sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia. In modo più intenso lo studio è accompagnato dal servizio ecclesiale.

Evidentemente ogni passaggio da una tappa all’altra non è automatico. Lungo tutto il percorso, la vita fraterna, l’azione dello Spirito Santo – primo formatore -, l’accompagnamento del padre spirituale, del maestro e di tutta l’equipe formativa, vogliono favorire l’assunzione piena e responsabile della sfida a crescere in umanità, nella fede, in appartenenza e servizio ecclesiale e nella propria motivazione vocazionale, sempre da chiarire, personalizzare e specificare, mano a mano che si procede nel cammino, per testimoniare con tutto se stessi e annunciare a tutti e a ciascuno che “con Gesù sempre nasce e rinasce la gioia” (Evangelii gaudium).

Contatti

Fra Francesco Pugliese
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