Ogni Provincia ha un organo direttivo costituito dal ministro provinciale e da 4 consiglieri, di cui uno è vicario provinciale. Non tanti anni fa si chiamava “definitorio”: definiva, cioè stabiliva, le norme per una vita ordinata della Provincia e i consiglieri erano chiamati definitori. Oggi si è preferito usare un termine più attuale: consiglio e consiglieri. Questo si riunisce su convocazione del ministro provinciale e prende in esame i problemi comunitari della Provincia, delle fraternità, e dei singoli frati. Il ministro provinciale visita annualmente tutte le fraternità e ascolta ciascun frate per rendersi conto della reale situazione sia delle singole fraternità che personali. Al termine delle singole visite, invia a ogni fraternità una relazione, formulando le direttive per meglio vivere la spiritualità cappuccina. Ogni anno, infine, invia una relazione dettagliata sull’andamento della Provincia al ministro generale.

Il ministro provinciale e i suoi consiglieri sono eletti nel capitolo provinciale, convocato ogni tre anni dietro decreto del ministro generale, al quale partecipano i delegati eletti dai frati o, qualora la Provincia abbia così stabilito in proposito, da tutti i frati. Nel capitolo provinciale si discute la relazione del ministro provinciale uscente, i problemi che la Provincia si trova ad affrontare e le prospettive future e si tengono le elezioni del nuovo ministro provinciale e dei suoi consiglieri, che rimarranno in carica per un triennio.

Nell’immagine, da sinistra: fra Valentino Romagnoli – consigliere, fra Filippo Gridelli – consigliere, fra Francesco Neri – consigliere generale, fra Lorenzo Motti – ministro provinciale, fra Giacomo Franchini – consigliere, fra Matteo Ghisini, vicario provinciale.

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