Gli evangelisti raccontano come al passaggio di Gesù che stava entrando in Gerusalemme, la folla, numerosissima, stendeva i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. Verosimilmente più rami di ulivo che di palma, perché si era in prossimità del Monte degli Ulivi. Anche nell’orto di San Giuseppe in Bologna, dove vi è un ampio uliveto, si è fatto qualcosa di simile. Con alcune differenze. Non vi era una folla nume­rosissima, ma solo due frati, fr. Danilo Bassi e fr. Marco Rossi, che taglia­vano rami dagli alberi di ulivo che sarebbero stati poi agitati nell’accogliere Gesù alla sua entrata non in Gerusalemme, ma più modesta­mente nella nostra chiesa di Vignola. Se tutto fosse finito qui non vi sa­rebbe stato niente di strato. Gli è che fr. Marco, dietro suggerimento del guardiano del convento di Bologna, ha preso l’occasione per potare 5 o 6 olivi – come ne avevano bisogno! sfoltendo le loro chiome dai tanti rami che ormai impedivano al sole di penetrarvi. Ma 5 o 6 alberi potati su un totale di una trentina erano poca cosa. Sicché il medesimo fr. Marco, dopo che nella medesima chiesa di Vignola è risuonato il «Crucifige!», è ritornato in questi giorni a comple­tare l’opera, facendo subito agli ulivi dell’orto del convento di San Giuseppe una salutare cura dimagrante. Così, con l’aiuto del sole, questi alberi potranno mostrarsi ricchi di olive, dopo due anni di assoluta carestia.