I Cappuccini sorsero più che riforma dell’Ordine francescano, come una riconquista, seppure sofferta, dello spirito del “ferventissimo e serafico zelo di San Francesco”. Un frate delle Marche, Matteo da Bascio, uomo idealista, ottenne dal Papa Clemente VIII il permesso orale di vivere la regola di San Francesco secondo un ideale eremitico e solitario. A lui si unirono i primi compagni, che intendevano invece dare vita a una comunità eremitica. Nonostante le avversità incontrate, soprattutto dalle altre famiglie francescane, questi frati ottennero da parte di Papa Clemente VII la bolla “Religionis zelus” (1528), che li autorizzava a vivere una vita autonoma, eremitica e comunitaria. Questi frati portavano la barba,vestivano un semplice saio di color castano, e predicavano al popolo, che, dal loro tipico cappuccio acuto, li denominò Cappuccini, e questo fu il loro nome per sempre. Le prime costituzioni, cheinterpretavano la regola di San Francesco nella prospettiva di una vita eremitica, furono scritte nel 1529ad Albacina, presso Fabriano nelle Marche. Nel capitolo del 1535 si superò l’impostazione iniziale eremitica con le nuove costituzioni emanate nel 1536, che inserì la famiglia cappuccina nel solco più genuino dell’ideale francescano. I Cappuccini ebbero così i loro piccoli conventi e si formarono le prime Province, tra cui quella di Bologna (detta anche Provincia di Romagna). Grandi difficoltà erano però all’orizzonte. Matteo da Bascio aveva lasciato la riforma e il superiore generale, frate Bernardino Ochino, acclamato predicatore in tutta l’Italia, accusato di eresia,abbandonò l’Ordine fuggendo in Svizzera. I Cappuccini corsero il pericolo di essere soppressi, e solo la santità di tanti suoi membri ne scongiurò la scomparsa, tantonel 1608 Papa Paolo V li dichiarò “veri frati minori e figli di San Francesco”, come le altre famiglie francescane. La loro espansione fu veloce: Intorno al 1761 il loro numero, mai più eguagliato in seguito, raggiunse le 34.000 unità,sparsi in tutta Europa, nelle Americhe, India e Africa del Nord.Profondamente amati dalla gentetanto da essere chiamati “frati del popolo”, erano ormai un fiume in piena, che scavava un profondo alveo della storia francescana, infondendole nuova linfa spirituale.Priorità della loro spiritualità è la vita Fraterna vissuta insieme, e come “Frati minori”, il loro intento è quello di essere fratelli ai piedi di tutti coloro che essi stessi servono.
L’identità del cappuccino
Il frate cappuccino, nel seguire lo spirito di San Francesco, ne rivive pienamente l’esperienza personale: la vita fraterna come imitazione della comunità degli apostoli, la preghiera come contemplazione e comunione con Dio e con l’umanità, la povertà come libertà simile a quella degli uccelli del cielo che non seminano e non mietono né raccolgono in granai, e come testimonianza gioiosa che l’essere poveri è accumulare la vera ricchezza, la predicazione come annuncio dei tempi nuovi e della salvezza, la semplicità come purezza evangelica, la carità verso il fratello come espressione concreta dell’amore Gesù, che predilige i poveri e gli ultimi, e lo spirito di obbedienza alla Chiesa, come testimonianza dell’appartenenza a Cristo.
Il saio cappuccino
L’abito cappuccino tradizionale, di colore marrone castano, è a forma di croce, stretto ai fianchi da un cingolo bianco, a cui è appesa la corona del rosario, con la piccola croce senza crocifisso, in quanto il cappuccino stesso deve essere l’immagine del crocifisso. Sul davanti si distingue normalmente per una sorta di lunga tasca rettangolare, chiamato pettorina o “paternità”, che copre tutto il petto. Ai piedi scalzi il Cappuccino porta sandali essenziali, fatti di una suola con due strisce di pelle anteriormente e una dietro il calcagno per tenerli fermi. Sulla testa fino agli anni ’70 del secolo scorso i frati sacerdoti avevano un taglio di capelli a forma di corona (“chierica”), simbolo della corona di spine di Gesù. Inoltre faceva parte dell’abbigliamento invernale un mantello, che in lunghezza non doveva oltrepassare le dita delle mani con le braccia distese sui fianchi. Il saio cappuccino, nella sua essenzialità, è considerato l’abito religioso più “elegante”, anche se in tempi meno recenti appariva alquanto rozzo con stoffa tessuta grossolanamente.