Annegheremo o troveremo qualche strategia nuova per sopravvivere? Questo il pensiero che assillava le menti dei confratelli della formazione permanente fino al termine delle giornate di pratica teologica svoltesi a Borgonovo di Pontecchio Marconi dal 6 al settembre. “Quando c’è di mezzo il mare” era lo slogan proposto per cercare di entrare nelle pieghe del nostro essere fraternità soprattutto in un periodo come quello post covid. Le prime tre giornate son state scandite ognuna da una parola diversa (pratiche, parole, pensieri) abbinata al medesimo ritornello: “per costruire”. Abbiamo cercato di crescere insieme alla scuola di Papa Francesco, che sempre più ci invita a partire dalla vita concreta per metterla in dialogo con parole e pensieri, e non viceversa. Attività apparentemente infantili – qualcuno si è domandato se abbiamo riaperto i seminari minori – e da lupetti – come qualcuno ama spesso sottolineare – hanno occupato tutta la prima giornata sotto la guida di Monica Mazzucco, esperta di processi comunicativi, ci hanno aiutato a metterci in gioco come singoli individui e ci hanno permesso di creare tra noi relazioni più vere. Sciolto il ghiaccio, è stato più facile confron­tarci sui temi legati al nostro vivere in fraternità. Il primo giorno si è così concluso vedendoci tutti pittori in erba in quanto insieme abbiamo dato vita a un’opera astratta, dipingendo con le tempere su un grande lenzuolo.La teologa Stella Morra ci ha riempito di parole teologiche per aiutarci a capire la complessità del tem­po che stiamo vivendo, puntando soprattutto sulla rivalutazione delle periferie. Affascinanti sono stati i pensieri del filosofo Vincenzo Rosito (ovviamente espressi in parole), il quale ha cercato di rivoluzionare le conoscenze botaniche dei frati presenti: albero o rizoma? Altro quesito: fraternità leggere o serie e seriose?Certo il fedele bar del povero gestito da fr. Adriano Parenti diventava d’obbligo nei dopocena per ritrovare una dimensione “terrena” e giocosa.L’ultimo giorno ci siamo confrontati tra noi su pratiche, parole e pensieri emersi durante il percorso svolto. Che dire? Giornate intense, piene di sfide, novità non sempre comprensibili e decifrabili, ma piene di fascino. Alla fine, non un transa­tlantico, nemmeno una barca a vela, ma forse una zattera ci permetterà di solcare il mare e non affogare… e costruire fraternità nuove.Sul nostro canale YouTube sono presenti gli interventi proposti dai relatori… Buon ascolto.